Svantaggi linguistici e culturali


Allievi con un vissuto migratorio: accoglienza e inserimento a scuola

A cura di Lorenza Rusconi-Kyburz, docente-ricercatrice SUPSI (DFA)

Introduzione

L’eterogeneità culturale che sempre più caratterizza le società odierne si riflette nelle realtà scolastiche, confrontate con un panorama di provenienze, riferimenti culturali, lingue di origine e stili di vita in costante mutamento. Quasi la metà della popolazione residente in Ticino ha un vissuto migratorio diretto o indiretto, il 38% ha vissuto personalmente la migrazione (Solcà & Bruno, 2017). Nella scuola dell’obbligo, il 29% degli allievi parla una lingua diversa dall’italiano e il 26% ha una nazionalità straniera (Crespi-Branca & Mari, 2020). La necessità di preparare tutti gli allievi alla convivenza pacifica e alla cooperazione in società sempre più diversificate dal punto di vista socioculturale e linguistico si attesta dunque come un compito essenziale della scuola. A questo si aggiunge l’importanza, per gli istituti scolastici, di dedicare la giusta attenzione alla diversità culturale presente al loro interno, alfine di assicurare l’equità nei percorsi formativi di tutti gli allievi (Potvin et al., 2018). I risultati delle ricerche a livello nazionale e internazionale mostrano infatti come gli allievi di nazionalità straniera siano più rappresentati nei gruppi di studenti meno competenti e nelle filiere scolastiche a esigenze meno estese (Akkari & Radhouane, 2019; Felouzis & Goastellec, 2015; OECD, 2016; Zanolla, 2019). La diversità dei riferimenti culturali rappresenta inoltre un elemento particolarmente delicato, perché tocca degli aspetti essenziali della vita umana: le culture danno senso e coerenza all’esistenza, fungono da guida per il cammino da seguire e sono strettamente legate ed aspetti molto profondi della personalità (Akkari & Radhouane, 2019; Lipiansky, 2000; Padoan, 2017).

Un testo per riflettere sulla delicatezza delle implicazioni legate alla migrazione:

“La doppia presenza” di Giona Mattei 

Alcune informazioni statistiche che mettono in luce la presenza di persone con vissuto migratorio nella società e nella scuola ticinese:

Figura 1: Popolazione residente dai 15 anni in su secondo lo statuto migratorio, in Svizzera e Ticino nel 2015 (Solcà & Bruno, 2017, p. 27).
Figura 2: Popolazione residente con vissuto migratorio dai 15 anni in su, in Svizzera e Ticino nel 2020 (UST, Atlas statistique de la Suisse, 2020).
Figura 3: Allievi nel sistema scolastico ticinese secondo la nazionalità, AS 2018-2019
(Crespi-Branca & Mari, 2020, p. 15).
Figura 4: Allievi nel sistema scolastico ticinese secondo la lingua di origine, AS 2018-2019 (Crespi-Branca & Mari, 2020, p. 15).

Presenza di allievi con vissuto migratorio nelle filiere della pedagogia specializzata in Ticino

Il monitoraggio del sistema scolastico ticinese prevede un’analisi degli indicatori dell’equità (scarto educativo, selettività e inclusione), basato sui risultati dei test PISA in matematica, scienze e italiano, sulle prove cantonali standardizzate in matematica e italiano per gli allievi della scuola elementare e sulle note di tutti gli allievi della scuola obbligatoria. Le analisi indicano che il sistema scolastico ticinese è caratterizzato da uno scarto educativo meno importante rispetto alla media svizzera, nelle materie prese in considerazione, tra allievi più e meno competenti. Tuttavia, le analisi dimostrano che gli allievi di nazionalità svizzera e provenienti da classi sociali più favorite ottengono dei risultati significativamente superiore agli allievi stranieri e a quelli provenienti da ceti sociali svantaggiati. Questo scarto è già osservabile nelle prime classi della scuola elementare (Zanolla, 2019, p. 33).

Per quanto concerne la presenza di allievi con vissuto migratorio nelle classi di scuola speciale, l’1% degli allievi di nazionalità svizzera e il 2% degli allievi di nazionalità straniera frequentano questo tipo di scuola in Ticino. Pur essendo inferiori rispetto alla media nazionale (a livello nazionale, 5% degli allievi svizzeri e 6% degli allievi stranieri frequentano la scuola speciale, Figura 5), queste percentuali dimostrano che la presenza di allievi di nazionalità straniera nelle classi di scuola speciali è più importante rispetto a quella degli allievi di nazionalità svizzera (soprattutto se le consideriamo in relazione alla percentuale totale di allievi di nazionalità svizzera e straniera nella scuola dell’obbligo).

Figura 5: Percentuale di allievi svizzeri e stranieri iscritti alla scuola speciale nei diversi cantoni e in Svizzera, 2015-2016 (Zanolla, 2019, p. 74).

Di seguito sono presentate le informazioni riguardanti altre filiere della pedagogia specializzata. Nel caso del semestre di motivazione alla scuola media, la proporzione di allievi stranieri è del 67% circa, una presenza di gran lunga superiore rispetto alla popolazione totale degli allievi stranieri alla scuola media (che si attesta al 26%), confermando l’ipotesi di una sovra-rappresentazione degli allievi di nazionalità straniera (Zanolla, 2019, p. 79). Questi dati sono completati dalle pubblicazioni di Mossi e Rigoni (2009) che rappresentano gli ultimi dati disponibili sulla presenza di allievi con vissuto migratorio tra i beneficiari di altre misure di sostegno come la differenziazione curricolare e del sostegno pedagogico. Come indicato dalla figura 6, gli allievi di nazionalità straniera seguiti dal sostegno pedagogico sono il 32% del totale, e il dato aumenta progressivamente fino ad arrivare al 48% di allievi di nazionalità straniera iscritti alla differenziazione curricolare alla scuola media (Mossi & Rigoni, 2009, p. 19).

Figura 6: percentuale di allievi svizzeri e stranieri seguiti dal servizio di sostegno pedagogico (SSP) o iscritti alla differenziazione curricolare (DC), 2007-2008 (Mossi & Rigoni, 2009, p. 19).

Alla luce dei risultati presentati, si osserva come la realtà ticinese presenti diverse similitudini con quelle dei paesi circostanti. In effetti, a livello svizzero e internazionale, gli allievi di nazionalità straniera sono più rappresentati nei gruppi meno competenti, che raggiungono dei risultati inferiori e nelle filiere scolastiche a esigenze meno estese (Akkari & Radhouane, 2019; Felouzis & Goastellec, 2015; OCDE, 2015).

Di fronte alla delicatezza e all’urgenza imposti da tali scenari si presenta la necessità di riflettere, nella scuola e nella società, sugli approcci e sulle pratiche in uso. Inclusione, integrazione, appartenenza, partecipazione: come si traducono questi principi nella concretezza dell’azione didattica? Fino a che punto, e per quali allievi, la scuola può assicurare successo scolastico e benessere? Come educare tutti gli allievi alla cittadinanza democratica, alla pace e al rispetto della diversità? Come valorizzare la ricchezza derivante dalla presenza di persone con riferimenti culturali, linguistici, religiosi anche molto diversi tra loro?

Misure di sostegno dedicate in modo specifico all’accoglienza e all’inserimento scolastico degli allievi con vissuto migratorio nella scuola ticinese

Corsi di lingua e integrazione:

  • Obiettivi generali, Art. 3 del Regolamento dei corsi di lingua italiana e delle attività di integrazione del 1° settembre 1994 (ultima modifica: 2 dicembre 2020)
    1. I corsi di italiano e le attività di integrazione sono organizzati nell’intento di favorire un’adeguata padronanza della lingua italiana e l’integrazione di allievi di altra lingua (di seguito allievi alloglotti) nel nostro contesto sociale e culturale; essi, in un’ottica collaborativa, completano le iniziative promosse da tutti i docenti e dall’istituto scolastico.
    2. In particolare i corsi e le attività hanno lo scopo di aiutare gli allievi alloglotti ad acquisire capacità linguistiche sufficienti, tali da permettere loro di seguire i piani di studio e di conoscere l’ambiente sociale e culturale in cui sono inseriti.

Mediatori/mediatrici-interpreti interculturali Agenzia Derman di SOS Ticino:

informazioni disponibili sul sito dell’Agenzia Derman

Corsi di lingua e cultura di origine:

  • Art. 18 del Regolamento dei corsi di lingua italiana e delle attività di integrazione:
    1. Il Dipartimento collabora con le autorità straniere e le comunità di stranieri riconosciute che organizzano dei corsi di lingua e cultura d’origine nel Cantone per gli allievi delle scuole dell’obbligo.
    2. A sostegno dei corsi riconosciuti Cantone e Comuni mettono a disposizione gratuitamente i locali scolastici e le infrastrutture di base; i corsi sono coperti dall’assicurazione sulla responsabilità civile e sugli infortuni scolastici.
    3. I corsi riconosciuti dal Dipartimento sono considerati parte integrante dell’attività scolastica; i risultati ottenuti sono certificati e figurano nel dossier dell’allievo.

Per approfondire:

L’attenzione alla diversità culturale nella scuola: la proposta degli approcci interculturali in educazione

A partire dagli anni 1990 si è sviluppata nei paesi occidentali una forma di educazione denominata inizialmente “educazione interculturale” (o “educazione multiculturale” in contesto anglofono) che con il tempo si è progressivamente evoluta, espandendo il suo campo di azione, le sue finalità e i suoi destinatari. Da pedagogia destinata in modo specifico agli allievi stranieri, è arrivata a considerare l’insieme del contesto scolastico e dei processi educativi nella loro totalità, facendosi garante dell’ “adattamento delle pratiche degli istituti educativi per, allo stesso tempo, attualizzare la convivenza pacifica e garantire condizioni di equità e di giustizia per tutti i discenti” (Potvin et al., 2016, p. XI). L’educazione interculturale definisce allora un vero e proprio approccio all’educazione, o una pluralità di approcci all’educazione, che propongono una “griglia di lettura e di comprensione della diversità culturale e sociale” (Perregaux, 1996, p. 40). Gli obiettivi di questi approcci possono essere esplicitati nel modo seguente:

  1. “riconoscere e accettare il pluralismo cultuale come una realtà sociale;
  2. contribuire alla promozione di una società che garantisca l’uguaglianza dei diritti e l’equità e
  3. partecipare alla creazione di relazioni interetniche armoniose” (Pagé, citato da Akkari & Radhouane, 2019, p. 13).

Riferimenti a livello internazionale:

  • UNESCO: United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization
  • Consiglio d’Europa
  • OECD: Organization for Economic Cooperation and Development

Riferimenti a livello nazionale:

Riferimenti a livello cantonale:

Bibliografia

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Akkari, A. & Radhouane, M. (2019). Les approches interculturelles en éducation. Entre théorie et pratique. Québec : Presses universitaires Laval.

Cohen-Emerique, M. (2017). Per un approccio interculturale nelle professioni sociali e educative: dagli inquadramenti teorici alle modalità operative. Trento: Erickson.

COHEP (2007). Recommandations relatives à la formation des enseignantes et enseignants aux approches interculturelles. Berna.

https://www.swissuniversities.ch/fileadmin/swissuniversities/Dokumente/Kammern/Kammer_PH/Empf/071115_Empf_IKP_fr.pdf

Consiglio d’Europa (2008). Libro bianco sul dialogo interculturale, “vivere insieme in pari dignità”. Strasburgo.

http://www.coe.int/t/dg4/intercultural/Source/Pub_White_Paper/WhitePaper_ID_ItalianVersion.pdf

Crespi Branca, M., & Mari, C. (Eds). (2020). Scuola ticinese in cifre. Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.

Davies, B. M. (2015). Enseigner en contexte de diversité ethnoculturelle. Stratégies pour favoriser la réussite de tous les élèves. Montréal: Chenilière Education.

Divisione della scuola (2017). Linee guida per l’accoglienza e la frequenza scolastica degli allievi alloglotti nella scuola dell’obbligo.

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Falouzis, G. & Goastellec, G. (Ed.) (2015). Les inégalités scolaires en Suisse. Ecole, société et politiques éducatives. Berna : Peter Lang.

Giudici, A. & Bühlmann, R. (2014). Corsi di lingua e cultura dei paesi d’origine (LCO). Berna. EDK.

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Lipiansky, E.-M. (2000). Hétérogénéité culturelle, stratégies identitaires, et interculturation paradoxale. Cahiers de la recherche en éducation, 7(3), 359‑373.

Lorenzini, S. & Cardellini M. (2019). Discriminazioni tra genere e colore. Un’analisi critica per l’impegno interculturale e antirazzista. Milano: Franco Angeli.

Mossi, G., & Rigoni, B. (2009). Dati statistici relativi agli allievi seguiti dai servizi di sostegno pedagogico 2007/2008. Divisione della scuola.

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Padoan, I. (2017). Cultura, intercultura, transcultura. In M. Fiorucci, F. Pinto Minerva, & A. Portera, Gli alfabeti dell’intercultura (p. 173‑198). Edizioni ETS.

Perregaux, C. (1996). Odyssea. Accoglienza e approcci interculturali. Bellinzona: Centro didattico cantonale.

Potvin, M., Dhume, F., Verhoeven, M., & Ogay, T. (2018). La formation des enseignants sur la diversité et les rapports ethniques : regard comparatif France, Québec, Belgique et Suisse. Éducation et francophonie, 46(2), 30‑50. https://doi.org/10.7202/1055560ar

Rosenbaum, F. (2013). Le umiliazioni dell’esilio: le patologie della vergogna dei figli dei migranti. Milano: Franco Angeli.

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Santerini, M. (2010). La qualità nella scuola interculturale. Nuovi modelli per l’integrazione. Trento: Erickson.

Silva, C. (2015). Lo spazio dell’intercultura. Democrazia, diritti umani e laicità. Milano. FrancoAngeli.

Solcà, P., & Bruno, D. (2017). Immigrazione e integrazione in Ticino dagli anni Settanta ad oggi. Swiss forum for migration and population studies, 9, 19‑33.

Soldati, M. G. & Crescini, G. (2006). Quando l’altrove è qui. Costruire spazi di mediazione culturale ed etnoclinica. Milano: Franco Angeli.

Swissuniversities (2020). Recommandations « Education et Migration » dans le contexte de l’égalité des chances et de l’inclusion au sein des hautes écoles pédagogiques. Berna.

https://www.swissuniversities.ch/fileadmin/swissuniversities/Dokumente/Kammern/Kammer_PH/Empf/200909_Empfehlungen_AG_Bildung_und_Migration_fr.pdf

Zanolla, G. (2019). Equità. In M. Egloff & A. Cattaeno (Éds.), Scuola a tutto campo: Indicatori del sistema scolastico ticinese (p. 27‑83). SUPSI-DFA.

Proposte pedagogico-didattiche per la scuola multiculturale

A cura di Lorenza Rusconi-Kyburz, docente-ricercatrice SUPSI (DFA)

Nella risposta alle esigenze della scuola multiculturale, emergono due linee di attenzione:

  • Il lavoro con la classe in un’ottica di educazione interculturale.
  • L’accoglienza e l’inserimento scolastico di bambini con vissuto migratorio.

Per approfondirle consulta le seguenti presentazioni:

Gli approcci interculturali in educazione: concetti di fondo e indicazioni operative a livello internazionale, nazionale e locale

Attività e percorsi per promuovere la sensibilità interculturale in classe

Risorse didattiche disponibili online:

https://www.interbiblio.ch/it/

http://eole.irdp.ch/eole/

https://www.education21.ch/it

http://www.centrocome.it/

Su Officina, spazio di condivisione del Portale ScuolaLabs (https://scuolalab.edu.ti.ch/), saranno presto resi disponibili alcuni lavori selezionati tra i documenti di certificazione del CAS “Interculturalità e plurilinguismo nella scuola” proposto dal 2010 presso il DFA SUPSI, che presentano proposte pedagogico-didattiche a partire da diversi temi chiave legati agli approcci interculturali in educazione. Per saperne di più: https://www.supsi.ch/dfa/formazione-continua/advanced-studies.html 

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