I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Simulazione della lettura per una persona con dislessia. Immagine tratta dal sito: https://istitutosantachiara.it/come-leggono-i-bambini-dislessici/ 

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento

A cura di Sara Giulivi e Roberta Zariatti Coppes, docente-ricercatrice e docente SUPSI (DFA)

Che cosa sono i DSA?

Con DSA ci si riferisce a un insieme eterogeneo di disturbi, di origine neurobiologica, che compaiono in età evolutiva e che interessano, in modo significativo ma circoscritto, ambiti specifici di abilità, indispensabili agli apprendimenti di base.

I DSA non sono attribuibili ad alcun deficit cognitivo o sensoriale, né a condizioni sfavorevoli del contesto; tuttavia essi hanno un impatto negativo sul rendimento scolastico, che è discrepante rispetto a quanto ci si attenderebbe dal bambino per età o per opportunità educative ricevute. 

I DSA non sono patologie, sono caratteristiche geneticamente determinate, che in quanto tali non scompaiono nel tempo. Tuttavia, il contesto (scolastico, familiare, …) in cui il bambino apprende, agisce, vive può giocare un ruolo fondamentale. Se adeguatamente stimolato e sostenuto, il bambino può progredire negli apprendimenti e andare avanti nel percorso scolastico.

Come sono definiti e come si manifestano?

I DSA, che in contesto italofono hanno una prevalenza del 3-5% tra gli allievi di scuola elementare e secondaria di I e II grado, riguardano in particolare le abilità di lettura, scrittura e calcolo

Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, nella sua più recente versione (DSM-5) descrive un’unica generale categoria di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, attraverso i seguenti specificatori: lettura imprecisa o lenta e faticosa; difficoltà nella comprensione del testo, nello spelling, nell’espressione scritta; difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici, il calcolo; difficoltà nel ragionamento matematico.

In ambito educativo, tuttavia, si tende più spesso a far riferimento alle seguenti quattro categorie: dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia.

  • Con dislessia si fa rifermento al disturbo della decodifica del testo scritto. La dislessia è legata alla mancata automatizzazione del meccanismo di associazione grafema-fonema. Si manifesta con una lettura ad alta voce eccessivamente lenta e scorretta rispetto a quanto atteso per età anagrafica e istruzione ricevuta.
  • La disortografia è un disturbo della scrittura che compromette la correttezza ortografica. I testi scritti da ragazzi con disortografia possono presentare errori di diversa natura. Si parla di errori di origine fonologica, quando vengono confusi o scambiati grafemi associati a suoni simili, come s/z, e di errori di tipo visuo-spaziale, quando cui vengono confusi o scambiati grafemi di forma simile, ad es. p/b). Inoltre, la punteggiatura e lettere maiuscole sono pressoché assenti e si possono riscontrare esiti ortografici diversi associati a una stessa parola presente più volte nello stesso testo.
  • Con disgrafia ci si riferisce al disturbo che interessa le prassie della scrittura. Il bambino con disgrafia manifesta una minore fluenza e qualità del tratto grafico rispetto a quanto atteso per età e grado di scolarizzazione. La disgrafia può non interessare le abilità nel disegno. Molti bambini con disgrafia, infatti, sono ottimi disegnatori.
  • La discalculia interessa il sistema della cognizione numerica, le procedure esecutive e il calcolo. Un bambino con discalculia può avere difficoltà nel riconoscimento di piccole quantità, nella quantificazione, nella composizione e scomposizione di quantità, nella lettura, nella scrittura e nell’incolonnamento dei numeri, nella memorizzazione delle tabelline, negli algoritmi del calcolo scritto.

Il bambino con DSA

Il bambino con DSA è un bambino intelligente, spesso molto creativo, con spiccate abilità nel ragionare e memorizzare per immagini, nel trovare nuove idee, nel pensare in modo divergente, dunque nell’immaginare soluzioni inedite a problemi, o nel rintracciare collegamenti non convenzionali tra fatti o argomenti.

Tuttavia, a causa delle difficoltà che quotidianamente incontra nelle attività scolastiche, il bambino con DSA tende ad avere una scarsa autostima e uno scarso senso di autoefficacia. Tende ad attribuire i propri successi a fattori esterni (il caso, la fortuna, …) e gli insuccessi a fattori interni. Per questo, si sente generalmente poco responsabile del proprio apprendimento ed è portato a disinvestire nel percorso scolastico.

Come accorgersi della possibile presenza di un DSA? Cosa osservare?

Oltre alle difficoltà legate alla letto-scrittura e/o al calcolo, i bambini con DSA manifestano una serie di altri comportament ricorrenti: hanno difficoltà a memorizzare informazioni in sequenza (i giorni della settimana, i mesi dell’anno, …), a ricordare ricorrenze (la loro data di nascita, …), a identificare rapporti spaziali (destra-sinistra) o temporali, a organizzare il proprio tempo, a leggere l’orologio, …

Il dott. Giuseppe Foderaro, nel corso di un convegno sul tema organizzato dal Centro competenze BESS del DFA (SUPSI), ha riassunto le caratteristiche di un allievo con un DSA e ha spiegato l’importanza della diagnosi precoce:

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