ADHD

I bambini con ADHD sono sempre e in ogni caso indisciplinati, maleducati e incapaci di controllarsi?


Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività

A cura di Roberta Zariatti Coppes e Sara Giulivi, docente e docente-ricercatrice SUPSI (DFA)

La conoscenza del “perché” può aiutare insegnanti e clinici a comprendere meglio non soltanto le ragioni del comportamento problematico di un bambino o di un adolescente con ADHD nella classe, ma anche quelle che sono alla base della scelta di particolari metodi di intervento

(Barkley, 2018, p. 12)

L’ADHD (in italiano DDAI, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) rientra nella categoria dei Disturbi del Neurosviluppo.

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Questo acronimo viene utilizzato per descrivere una popolazione eterogenea e vasta di persone che presentano una serie di difficoltà, le cui manifestazioni più evidenti riguardano la difficoltà a mantenere l’attenzione e a controllare gli impulsi e il livello di attività.           

Il bambino non riesce a regolare in modo efficace il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente (Associazione Italiana Disturbo dell’attenzione Iperattività).

Si tratta di un disturbo evolutivo, il cui esordio avviene entro i 12 anni di età.

L’incidenza si situa tra il 3 e il 5% della popolazione (Associazione Italiana Disturbo dell’attenzione Iperattività).

La diagnosi di ADHD deve basarsi su una valutazione accurata del bambino, condotta da uno specialista.

L’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno a maggior ragione non è un problema dovuto alla “cattiveria” del bambino (DSM-V, APA, 2013)

Possibili effetti secondari

Gli allievi con ADHD, oltre ai sintomi primari sopra ricordati (disattenzione, impulsività e/o iperattività), possono manifestare effetti e comportamenti disturbanti secondari, che derivano dall’interazione tra le caratteristiche primarie del disturbo e l’ambiente. Un bambino con ADHD può manifestare, ad esempio, difficoltà scolastiche, difficoltà nelle relazioni interpersonali, scarsa autostima e demotivazione, disturbi emotivi.

Possibile comorbidità con altri disturbi:

L’ADHD può comparire in comorbidità con altri tipi di disturbi del neurosviluppo, per esempio Disturbi Specifici dell’Apprendimento, Disturbo dello Spettro Autistico, ecc.

Esistono 3 sotto-tipi di ADHD in base alla sintomatologia prevalente:

  • ADHD di tipo Disattento
  • ADHD di tipo Iperattivo-Impulsivo
  • ADHD di tipo Misto
Tratto da:
Ianes, D. e Cramerotti, S. (2013). ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Erickson.

Negli ultimi anni l’accento è stato messo sulle DIFFICOLTÀ DI AUTOREGOLAZIONE ovvero sull’incapacità di regolare autonomamente ed efficacemente l’attenzione, gli impulsi e il livello di attività (Barkley, 2018, pp. 11-12). Il bambino con ADHD ha difficoltà a regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

Lo schema sottostante riassume gli effetti delle difficoltà di autoregolazione.

Tratto da:
Ianes, D. e Cramerotti, S. (2013). ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Erickson.

Quali caratteristiche presenta un bambino con ADHD? Il dott. Giuseppe Foderaro, nel corso di un convegno sul tema organizzato dal Centro competenze BESS del DFA (SUPSI), ce lo ha spiegato:

Le manifestazioni dell’ADHD possono variare a seconda dell’età e della fase di sviluppo in cui il bambino si trova. Negli anni in cui frequenta la scuola dell’infanzia si osservano, ad esempio, i seguenti comportamenti

  • Massimo grado di iperattività (questa tende a diminuire con la crescita)
  • Reazioni forti di fronte a frustrazione e a mancanza di gratificazione immediata
  • Crisi di rabbia
  • Litigiosità
  • Difficoltà ad anticipare il rischio, con possibili incidenti frequenti
  • Disturbo del sonno
  • Gioco scarsamente organizzato (il bambino passa spesso da un gioco all’altro, ha difficoltà ad organizzarsi durante i momenti liberi, soprattutto se è da solo)
  • Difficoltà a rispettare le regole, soprattutto nei momenti meno strutturati

Negli anni della scuola elementare si osserva, nell’allievo con ADHD:

  • Persistenza di impulsività e inattenzione, diminuzione graduale dell’iperattività motoria
  • Possibile comparsa di difficoltà scolastiche
  • Possibili difficoltà motorie / scrittura (controllo del gesto)
  • Tendenza all’evitamento di compiti prolungati
  • Possibili difficoltà nelle relazioni con i compagni
  • Scarsa tolleranza alla frustrazione
  • Difficoltà a posticipare le gratificazioni
  • Difficoltà ad organizzarsi e a gestire il materiale scolastico

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). APA.

Associazione Italiana Disturbo dell’attenzione Iperattività: https://www.aidaiassociazione.com/cose-ladhd/

Barkley, R. A. (2018). ADHD: Strumenti e strategie per la gestione in classe. Edizione italiana a cura di G. Daffi. Erickson.

Cornoldi, C. (2001). Iperattività e autoregolazione cognitiva: cosa può fare la scuola per il disturbo da deficit di attenzione-iperattività. Erickson.

Ianes, D. e Cramerotti, S. (2013). ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Erickson.

Come comportarsi con un allievo con ADHD?

A cura di Roberta Zariatti Coppes e Sara Giulivi, docente e docente-ricercatrice SUPSI (DFA)

Il bambino con ADHD è un allievo che richiede molta pazienza, ma anche determinazione e soprattutto molta autorevolezza. È un bambino che ha una fragilità e che va «capito» prima che «gestito».

È importante conoscere il funzionamento cognitivo del bambino, per poterlo aiutare a sviluppare le sue potenzialità a ad acquisire delle strategie di regolazione.

Il bambino con ADHD è come se avesse una marcia in più, delle batterie che non si scaricano mai: è un bambino con tanta energia, che si annoia facilmente, sempre in attività, continuamente attratto da nuove esperienze, incapace di autocontrollarsi se c’è una novità eccitante, ma anche se, al contrario, si trova di fronte a un’attività noiosa (Arcangeli, 2020).

Lettura consigliata: Arcangeli, D. (2020). ADHD – Cosa fare (e non). Erickson.

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